Dopo che, il 27 dicembre 2023, il New York Times ha intentato una causa contro OpenAI e Microsoft per l’uso improprio dei suoi archivi, la complessità del rapporto tra diritto d’autore e intelligenza artificiale è risultata sempre più evidente.
OpenAI ha respinto la maggior parte delle accuse, difendendo l’uso dei dati come “fair use” e sottolineando che ChatGPT non riproduce esattamente i testi archiviati online dal giornale. Tuttavia, contemporaneamente, l’azienda di Sam Altman ha avviato trattative con alcuni editori per ridurre il rischio di future azioni legali.
Tra le partnership più chiacchierate quelle con il francese Le Monde e il gruppo editoriale spagnolo Promotora de Informaciones (Prisa). L’accordo prevede l’utilizzo dei contenuti prodotti da entrambe le aziende per migliorare i sistemi di intelligenza artificiale (AI) utilizzati da ChatGPT, permettendogli di offrire agli utenti contenuti di qualità superiore sia in francese che in spagnolo. OpenAI non ha divulgato dettagli sui pagamenti a Le Monde e Prisa ma, secondo alcune fonti indiscrete, la cifra si aggirerebbe tra uno e cinque milioni di dollari l’anno per accesso tramite licenza.