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Influencer Marketing: casi di successo per campagne coi fiocchi
L'influencer marketing natalizio è un'opportunità strategica per i brand: se ben pianificato, cattura l'attenzione e genera emozioni, traducendosi in acquisti.
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L'influencer marketing natalizio è un'opportunità strategica per i brand: se ben pianificato, cattura l'attenzione e genera emozioni, traducendosi in acquisti.
A Natale, l’influencer marketing è come il panettone: immancabile, ma solo se fatto bene. I brand più visionari sfruttano questa stagione per creare campagne che catturano l’attenzione e lasciano il segno. È il periodo in cui nell’influencer marketing i casi di successo fioccano, dimostrando come le collaborazioni possano trasformare il marketing natalizio in un potente strumento per connettersi al pubblico, generare emozioni e stimolare acquisti.
Gli influencer rappresentano l’evoluzione contemporanea degli Opinion Leader, basando il loro impatto sul modello del Two-step flow of communication, elaborato negli anni ’40. In questo schema, un brand veicola il proprio messaggio attraverso l’influencer, che gode della piena fiducia del suo pubblico. Questa relazione diventa la leva strategica per stimolare azioni concrete, come acquisti o adesioni.
A conferma della crescente centralità di questo fenomeno, “Digital 2024”, il report annuale di We Are Social, evidenzia una crescita significativa dell’influencer marketing su scala globale: la spesa pubblicitaria digitale è aumentata in un anno del 10%, raggiungendo quasi 720 miliardi di dollari spesi in annunci nel 2023. In particolare, gli investimenti in attività di influencer marketing sono cresciuti del 17%, sottolineando il ruolo sempre più rilevante di queste figure nelle strategie di comunicazione.
Ma da un grande potere derivano grandi responsabilità: critiche e haters sono all’ordine del giorno, e un solo errore può essere fatale sia all’immagine del leader che a quella del brand.
Insomma, le cose sono cambiate di molto dai tempo del primo internet.
Non tutti gli influencer sono uguali, e le loro caratteristiche si prestano a diverse strategie di marketing natalizio.
Mega influencer: con oltre un milione di follower, sono le celebrità del momento. Perfetti per campagne che vogliono raggiungere un pubblico globale e aziende in grado di sostenerne i costi elevati.
Macro influencer: possiedono tra i 500.000 e il milione di follower, sono più “accessibili” e quindi ideali per campagne dal pubblico ampio ma personalizzato. È l’esempio delle molte beauty guru che sponsorizzano kit regalo in tutorial su Tik- tok.
Micro influencer: sono esperti di “nicchie specifiche” con una fanbase consolidata. Seguiti da un range di 10.000-40.000 follower, sono perfetti per campagne ben targettizzate.
Nano influencer: hanno meno di 10.000 follower, una community piccola ma ultra-fedele e sono ideali per campagne autentiche.
Nel 2023, l’inglese Travelodge ha portato il caos natalizio al centro della scena attraverso una campagna che esalta la versatilità del brand. Gli influencer @matthewandryan (446K follower) hanno condiviso le peripezie di un viaggio natalizio disastroso, risolto in extremis grazie a un soggiorno last-minute in una struttura Travelodge. Anche la micro-influencer @aspoonfulofalice (9.9K follower) ha raccontato come la catena l’abbia salvata dallo stress delle festività, offrendo un rifugio perfetto dal caos familiare.
Il brand ha intercettato i disagi tipici delle festività e si è posizionato come soluzione pratica e confortevole. Uno storytelling umoristico, personale e credibile che ha rafforzato la connessione emotiva con il pubblico e garantito un alto livello di fiducia e memorabilità.
Dal 2022, HP ha integrato nel proprio marketing natalizio una strategia incentrata sulla collaborazione con influencer capaci di raggiungere un pubblico specifico di appassionati di creatività domestica.
I contenuti, pratici e facilmente riproducibili, valorizzando il ruolo del brand come abilitatore di esperienze personalizzate. Puntando sull’emozionalità delle tradizioni natalizie, la campagna rafforza il legame emotivo con i consumatori e consolida la percezione di HP come partner dei giorni festivi.
Nell’ormai lontano 2020, il gigante della Silicon Valley ha sfruttato la distanza fisica obbligata per portare l’app Google Meet sotto i riflettori natalizi. Attraverso influencer come @francislola (337K follower), la campagna mostrava come le videochiamate possano avvicinare parenti e amici lontani, intercettando il bisogno universale di connessione e trasformando l’app in un simbolo di vicinanza emotiva durante le festività.
Attraverso un mix efficace di tecnologia e storytelling, il brand ha spostato il focus dal semplice utilizzo tecnico al valore emotivo di restare uniti, posizionandosi come un facilitatore di momenti speciali. Contenuti emozionali ottimizzati per Instagram e TikTok, tra Stories, Reels e video brevi, hanno massimizzato engagement e viralità. Una carta così vincente da convincere i marketer di Google a continuare su questa strada anche negli anni successivi.
Google, con uno spot natalizio che sta facendo discutere più di una cena di famiglia a base di battute pungenti. Protagonista è Cyrus Veyssi, influencer di TikTok e personalità non binaria, che invita il pubblico a immergersi nel mondo dei prodotti per la cura della pelle attraverso Google Shopping.
Il web, ovviamente, non si è fatto pregare. Da una parte c’è chi applaude il colosso per l’inclusività, dall’altra chi l’accusa di essere “troppo woke”. Alcuni commentatori conservatori hanno ironizzato sulla campagna, chiedendosi se sia davvero questo il miglior messaggio per le festività.
Ma Google non sembra scomporsi. Un portavoce ha spiegato che l’annuncio è solo parte di un progetto ben più vasto che coinvolge decine di influencer. L’obiettivo? Mostrare che Google Shopping è il posto giusto per trovare tutto ciò di cui hai bisogno, che sia un regalo perfetto o – perché no – una crema per combattere la pelle secca.
Che piaccia o meno, Google ha fatto centro: creato buzz, polarizzato opinioni e messo sotto i riflettori non solo il servizio, ma anche un messaggio di inclusività. Alla fine, non è proprio questo lo spirito del Natale?