Com'è cambiato il mondo del lavoro
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Gli anni trascorsi hanno ridisegnato la mappa delle nostre priorità e il modo in cui ci si approccia alla professione, ripercorriamo i mutamenti e scopriamo la risposta del mercato del lavoro.
L’orario 9-17? Acqua passata! la struttura piramidale? Decisamente meno rigida! Il lavoro in presenza obbligatorio? Per alcuni un brutto ricordo.
Non è difficile comprendere com’è cambiato il mondo del lavoro negli anni trascorsi, basta porre l’attenzione sul modo in cui è mutata la gerarchia delle nostre priorità.
Per le aziende è oggi importante seguire il flow dei lavoratori e adattarsi. Dopotutto sono le persone a costituire un’impresa, quindi, su chi puntare altrimenti?
Vite frenetiche, orari massacranti e poco tempo per i propri interessi non sono più tollerati in questo mondo, che esce zoppicando dalla pandemia.
Ci siamo accorti che la socialità e gli affetti hanno un ruolo troppo importante nelle nostre esistenze, tanto che senza non siamo in grado di sentirci appagati.
È stata questa nuova consapevolezza a far scattare uno shift delle priorità.
Le nuove leve di professionisti non sono più disposte ad accettare dinamiche tossiche e orari insostenibili, ma esigono riconoscimenti per il lavoro svolto e spazio per la loro vita privata.
Grazie alle tecnologie disponibili, a qualche accorgimento e a qualche benefit in più è oggi possibile creare un ambiente lavorativo maggiormente salutare.
Com’è cambiato il mondo del lavoro
Lavoro in smart working
A fare da apri fila ai mutamenti che hanno rivoluzionato il nostro modo di lavorare c’è l’adozione dello Smart working, essenziale in tempo di lockdown.
Concedere il lavoro agile significa dare la possibilità di scegliere da dove lavorare e permette alle persone di guadagnare tempo che altrimenti spenderebbero per gli spostamenti. Più tempo a disposizione significa più tempo per sé, e quindi, lavoratori più appagati e produttivi.
Avere la possibilità di decidere se presenziare o meno in ufficio ed essere autonomi nel gestire le task assegnate ci aiuta inoltre a sviluppare un maggior senso di responsabilità.
Spazi e relazioni
Analizzati i benefici dello smart working è bene capire come rendere i luoghi di lavoro maggiormente accoglienti. Bevande calde, snack sani, frutta, dispenser di acqua, cucine attrezzate e aree relax sono il miglior modo per rendere l’ufficio un posto in cui poter lavorare in un clima rilassato; la linea tra vita personale e professionale diventa così sempre più sfocata.
Concepire gli spazi aziendali come propri comporta un cambiamento nelle interazioni con i colleghi. Ambienti famigliari ci permettono di sentirci maggiormente a nostro agio; momenti di pausa condivisi e naturali scambi di opinione sono la base per trasformare il team in una vera e propria community aziendale.
Grosso limite in molte aziende è l’adozione di un sistema gerarchico rigido fatto di formule di cortesia e comportamenti innaturali. Sradicare il sistema piramidale che ci ha guidati per lungo tempo significa permettere a ogni membro del Team di impiegare le proprie competenze per la squadra, a prescindere dal ruolo che ricopre. La relazione diventa così un dialogo tra pari e non più un rapporto tra vertice e base della piramide.
Attraverso la collaborazione è possibile imparare e migliorarsi dal punto di vista professionale e umano. Non si tratta di sovvertire i ruoli o di perdere di autorevolezza, significa trasformare i manager in leader e rendere l’ambiente lavorativo un luogo in cui ognuno possa far fruttare le proprie skill e svilupparne di nuove tramite il raffronto con diverse figure professionali.
I feedback manageriali
Smart working e ambienti sani sono un ottimo punto di inizio, ma non sono sufficienti.
È importante porre l’attenzione su come ci si sente all’interno del Team.
Sebbene il lavoro non sia più al centro della nostra esistenza, è ancora il luogo dove le persone spendono la maggior parte del loro tempo. La professione che svolgiamo può aiutarci a esprimerci come esseri pensanti, a definirci come persone e ad aumentare la nostra autostima.
A dover far leva sull’emotività del professionista sono i feedback, siano essi positivi o negativi, di manager e leader. I feedback manageriali hanno due finalità: modificare un comportamento o al contrario rafforzarne uno efficace. Questo secondo, definito appunto “di rinforzo”, ha una valenza persino maggiore del primo.
La programmazione Neuro Linguistica studia il modo in cui pensiero, parole e azioni sono collegati e sottolinea come sia importante imparare a comunicare in maniera funzionale; il potere straordinario della parola che agisce sull’inconscio.
Troppo spesso sottovalutati, i feedback positivi incidono sulle azioni e sull’umore di chi li riceve; umore positivo e gratificazione sono la ricetta della produttività. Inoltre, risposte positive e costanti rendono più facile la gestione dei feedback negativi, anch’essi necessari.
Lo psicologo del lavoro
Complice anche la pandemia, parlare di salute mentale non è più un tabù.
Ad oggi le aziende che offrono un sostegno psicologico di base sono ancora poche, tuttavia, prestando attenzione alle azioni delle multinazionali più conosciute, si può iniziare a percepire una crescita nel trend.
Oltre a rimarcare l’importanza etica che un’offerta di questo tipo porta con sé, è bene ricordare che un supporto psicologico nell’ambiente di lavoro suggerisce al dipendente l’idea che all’azienda importa davvero del suo benessere.
Problemi irrisolti, incomprensioni e preoccupazioni non sono la ricetta giusta per un ambiente di lavoro sano.
Lasciamo quindi che i lavoratori trovino un angolo di ascolto all’interno delle mura aziendali; facciamo sì che si sentano compresi; spieghiamo loro che sono importanti; permettiamogli di crescere professionalmente e umanamente.
A passo d'uomo
Il futuro del mondo del lavoro
Lavoro in Smart working, spazi più accoglienti e psicologo del lavoro sono le basi di un’azienda che pone le fondamenta per un futuro florido.
La cifra di questo nuovo modo di concepire il rapporto con il lavoro e gli ambienti lavorativi è: l’umanità!
In molti settori della nostra esistenza, e non solo in quello lavorativo, abbiamo visto quanto è importante ricordarsi di essere filantropici. Non c’è più bisogno di strutture formali, rigide e inflessibili perché un’azienda funzioni bene; c’è piuttosto necessità di umanità, comprensione e sincerità.
È l’approccio più orientato verso il futuro!
Quello che permette di lavorare a task piuttosto che a ore; di concentrarsi su progetti personali iniziati e ideati dal singolo; o ancora, quello che ci concede di svolgere, anche solo, mansioni aziendali che sono più in linea con le nostre doti caratteriali.
Un approccio più Tailor made per arrivare alla conclusione di non essere più solo numeri ma esseri umani unici e inimitabili.